25 Marzo 2022

TUTTI VOGLIONO LA PACE MA SENZA FRETTA

Della guerra in Ucraina tutti hanno ormai detto cosa pensano. Anch’io ho detto la mia nell’articolo pubblicato di recente sul mio blog. Ho cercato, per quanto possibile, di non farmi condizionare dalle emozioni suscitate da donne e bambini in fuga tra le macerie. Soprattutto ho cercato di non cadere nella trappola della semplificazione e del manicheismo.

La semplificazione non solo è nemica della verità, ma è figlia della paura.

Chi ha paura non riesce ad analizzare i fatti con serenità e obiettività. E così finisce per celebrare processi sommari che si concludono quasi sempre con sentenze affrettate e sbagliate, mentre noi dobbiamo arrivare ad un accordo di pace e non ad una sentenza di condanna dell’una o dell’altra parte in conflitto.

Condanniamo Putin perché ha invaso l’Ucraina ma ci rifiutiamo di considerare il suo punto di vista che potrebbe non dico giustificare l’atto di guerra, che è e resta un atto da condannare, ma almeno aiutarci a capire su quali basi sarebbe possibile arrivare ad un accordo di pace che soddisfi entrambe le parti.

La triste verità è che gli Stati Uniti non hanno interesse ad un accordo di pace, almeno non subito, mentre gli ucraini non possono vincere questa guerra e stanno subendo l’invasione.

Il Presidente Zelensky chiede il nostro aiuto, anche a costo di far scoppiare la terza guerra mondiale. Anche io farei la stessa cosa se fossi al posto suo. Egli però esagera quando pretende che i russi, che hanno il secondo esercito più potente al mondo, debbano tornarsene a casa con la coda tra le gambe. Con grande soddisfazione degli Stati Uniti, guidati oggi da un’amministrazione fortemente antirussa che vuole mettere in difficoltà Putin e allo stesso tempo recuperare i rapporti con gli alleati Nato che si erano molto raffreddati negli ultimi tempi.

Nel mio libro Il vaccino Rivoluzionario” scritto circa due anni fa e che non ha nulla a che vedere col coronavirus, ho spiegato perché gli USA sono stati sempre contrari all’Unione Europea. Gli americani non vogliono che il nostro vecchio continente diventi politicamente e militarmente forte al punto di poter fare a meno della Nato. Ho anche auspicato la creazione di un esercito europeo e spigato le ragioni che ostacolavano quel progetto. Oggi paghiamo quei ritardi.

Tutti dichiarano di volere la pace ma in realtà soffiano sul fuoco della guerra.

Chi vuole la pace non dichiara, urbi et orbi, che Putin è un “dittatore sanguinario”, come hanno fatto gli inglesi, dimenticando che proprio loro per circa tre secoli hanno insanguinato mezzo mondo.

Chi vuole davvero la pace non definisce Putin “un criminale di guerra”, come ha fatto Biden, perché allora sono criminali di guerra anche i suoi predecessori Bush e Blair per avere invaso l’Iraq lasciando sul campo migliaia di morti e macerie (a proposito: perché non furono messe sanzioni agli americani e agli inglesi per la strage di iracheni?).

Se è vero che Putin è un criminale di guerra allora lo sono anche Obama e Clinton per avere bombardato la Libia e la Serbia. Sono criminali di guerra anche gli artefici del bombardamento della Siria (con milioni di profughi) e del genocidio del popolo curdo che tutt’oggi si consuma nell’indifferenza dell’occidente che si scopre democratico a  giorni alterni. E potrei continuare in questo lungo elenco.

Chi vuole davvero la pace non dichiara, come hanno fatto il Presidente ucraino Zelensky e la sua vice, Iryna Vereshchuk, che non firmeranno mai un trattato di pace se i russi non solo non lasceranno l’Ucraina, ma non rinunceranno anche alle regioni ucraine russofone che già da anni sono sotto il controllo russo e che vengono sistematicamente bombardate dai nazionalisti ucraini.

Chi vuole davvero la pace non mostra i prigionieri russi, giovani impauriti, per fargli dire che loro la guerra non la volevano fare, dimenticando di avere costretto la popolazione maschile ucraina dai 18 ai 60 anni a non lasciare il Paese, obbligandoli a combattere. Le immagini dei prigionieri russi ci riportano alla mente quelle dei nostri piloti Cocciolone e Bellini, caduti prigionieri degli iracheni durante l’invasione dell’Iraq. 

E allora diciamo la verità. Gli ucraini non vogliono la pace ma la resa dei russi e per ottenerla contano sul nostro aiuto, anche a costo di scatenare il disastro atomico.

Insomma, se è vero che Putin è pazzo, allora è anche vero che noi siamo ancora più pazzi di lui perché lo stiamo istigando a dare maggiore sfogo alla sua pazzia.

E noi italiani?

Mentre francesi, inglesi, turchi, cinesi ed altri cercano di riconquistare il mercato russo, il nostro sempre più deludente Mario Draghi non ha niente di meglio da fare che chiedere che l’Ucraina entri al più presto nell’Unione Europea. Quindi, mentre gli altri costruiscono ponti con la Russia noi scaviamo fossati. Pensate che Putin dimenticherà tutto questo?

Nel frattempo Biden se ne sta tranquillo a casa sua lontano dalle bombe. Lui emette sanzioni alla Russia che non si ritorcono però contro di lui e se ne infischia del gas russo, perché di quel gas, a differenza nostra, non ha bisogno. Anzi. Questa guerra addirittura lo rafforza, sia sul piano politico interno, dove sta recuperando consensi elettorali che erano in picchiata, sia su quello internazionale, perché ora può fare da chioccia ad un’Europa terrorizzata. Con l’ulteriore vantaggio dell’indebolimento della Russia in vista di una probabile sua alleanza con la Cina.

I russi hanno sinora sempre respinto le avances della Cina. Essi si sentono europei (l’Europa va dal mare Atlantico agli Urali), ma noi li abbiamo sempre trattati come paria o appestati. E così alla fine li abbiamo spinti tra le braccia dei cinesi. Complimenti, non c’è che dire.

Raffaele Avallone

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