12 Agosto 2020

IL VIRUS E’ STATO ONESTO, E IL GOVERNO?

Di Raffaele Avallone

Questo virus ha colpito tutti, senza fare distinzioni di sesso, di età, di religione, di colore politico, di ceto sociale, di longitudine e latitudine. Poi, in mancanza di farmaci, vaccini e terapie ognuno ha risposto all’attacco virale con la forza delle proprie difese immunitarie e, perché no, anche contando su un po’ di fortuna, che non guasta mai.

Oggi sappiamo che i giovani se la sono cavata meglio degli anziani, che le donne sono state meno colpite rispetto agli uomini e che chi si è trovato a vivere in zone meno contagiate, per le ragioni più diverse, ha avuto meno probabilità di ammalarsi, e così via.

Insomma, il nostro si è dimostrato un virus giusto, onesto, imparziale.

E il nostro governo? Si è dimostrato altrettanto giusto, onesto ed imparziale come il nostro virus venuto dalla Cina? Ritengo di no.

Per fortuna sono i fatti a parlare ed a mettermi al riparo da possibili accuse di partigianeria politica.

Tutti i decreti emanati dal governo sono chiaramente inquinati da decisioni politiche ideologicamente orientate, prima ancora che permeate da scelte economiche, palesemente ingiuste, balbettanti, inadeguate. Basti pensare al diverso trattamento riservato ai lavoratori dipendenti rispetto a quelli autonomi, alle imprese, alle partite IVA e ai professionisti.

Non v’è dubbio che i lavoratori dipendenti abbiano infatti avuto un trattamento di grande riguardo. C’è chi non è andato a lavorare ed è rimasto a casa senza far niente ed ha percepito l’80% della paga mensile, anche se con dei massimali a volte penalizzanti; c’è chi invece il lavoro l’ha svolto comodamente a casa sua, in smart working, senza stress e fastidi di sorta, ed ha percepito l’intera paga, con in più il vantaggio di avere anche risparmiato sulle spese (di benzina, auto, treno ecc) per andare al lavoro. E’ stato giusto? Certo che è stato giusto.

E i commercianti, gli artigiani, gli altri autonomi, le imprese, i professionisti, le partite IVA?

Per loro solo 600 euro il primo mese, altri 600 nel secondo e forse 1000 nel terzo. Ai professionisti (e nemmeno a tutti) è andata poi anche peggio.

Ed allora ci chiediamo, come può un autonomo “campare” la famiglia con 600 euro al mese al lordo delle spese di gestione della propria attività (tasse incluse)? Ma soprattutto ci domandiamo perché al lavoratore dipendente rimasto a casa senza lavoro è stata assicurata l’80% della paga mensile netta e ad un commerciante, un artigiano, un agente di commercio, un ambulante, un professionista, solo 600 euro lordi mensili? Per non parlare del fatto che i dipendenti, per il periodo in questione, si vedranno anche versati i contributi per la pensione e riceveranno a dicembre la 13a mensilità e molti di essi anche la 14° mensilità e matureranno le ferie.

E gli autonomi? Gli autonomi queste cose se le possono solo sognare.

Giustizia avrebbe allora voluto che anche agli autonomi (lavoratori anch’essi, non dimentichiamolo mai) venisse corrisposto l’80% del reddito netto mensile dichiarato negli anni passati e sul quale hanno regolarmente pagato le tasse, e non solo una mancia di 600 euro.

Oppure, visto che lo Stato ha sempre considerato tutti gli autonomi evasori fiscali, al punto da imporre loro di pagare le imposte su un reddito presunto calcolato sulla base di astratti e cervellotici studi di settore, avrebbe dovuto, per onestà, corrispondere loro l’80% di quel reddito.

Lo stesso discorso vale naturalmente per i professionisti, i quali sono stati trattati anche peggio.

Insomma, una disparità di trattamento inaccettabile ed ingiustificata. Né si potrebbe invocare la normativa che consente alle aziende di indebitarsi con le banche, grazie alla garanzia statale perché, come ho più volte evidenziato, i prestiti vanno poi restituiti, i soldi non sono regalati.

Per completezza aggiungo che i 600 euro di marzo sono stati concessi, per me ingiustamente, anche a quelle aziende che sono rimaste aperte durante il lockdown e non hanno quindi subito danni. E questo la dice lunga sulla assurdità delle scelte governative, apparse francamente molto discutibili ed inaccettabili sul piano etico, per usare un eufemismo.

E’ allora chiaro l’orientamento di questo governo, il più a sinistra nella storia della Repubblica, che è quello di tutelare i lavoratori dipendenti e non quelli autonomi, da sempre considerati tutti evasori, sfruttatori e ladri. Ma i tempi sono cambiati e da un bel pezzo, per cui bene farebbe il governo a rendersene conto al più presto se vorrà evitare stagioni calde e l’inevitabile esplosione di devastanti conflitti sociali.

Presto si arriverà al “redde rationem”, alla resa dei conti. E purtroppo non sarà un bel vedere.

27 maggio 2020

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